Occupati del silenzio.
E il silenzio si occuperà della tua vita.
Se hai fatto l’esercizio e vuoi curiosare oltre, puoi farlo, ma ti avverto: non troverai altro che parole e parole. È invece questo piccolo e semplice esercizio di percezione che ti ho proposto qui che ti può aiutare a trovare il silenzio interiore che cerchi.
Immagina di essere un extra-terrestre che è stato catapultato dentro un corpo umano, e studia il tuo corpo e le tue percezioni con grande curiosità, sapendo che è la tua prima e ultima occasione per farlo. Ripeto: non entrare nell’analisi, lascia scorrere i pensieri e torna con l’attenzione alla percezione del corpo.
Puoi fare questo gioco ogni volta che vuoi, anche senza chiudere gli occhi: quando sei in attesa alla cassa del supermercato, al telefono, al semaforo, etc.
Bene, forse hai fatto la tua (prima?) esperienza di silenzio interiore e consapevole.
Sì, facendo il gioco con la percezione del piede: portando tutta la tua attenzione nel corpo, hai interrotto per un attimo il flusso di pensieri con il quale normalmente ci identifichiamo e crediamo essere la “verità”… senza capire che è solo la “nostra verità”, che scaturisce dalla nostra mente e dalla socializzazione che essa ha subìto.
Da quando ho scoperto il silenzio interiore lo preferisco ad ogni forma di attaccamento a presunte (mie) verità dalle quali facevo dipendere la mia vita prima.
Oggi sono molto più libera:
- Non devo difendere la mia verità (se esiste una Verità, sta tranquillo che Essa si difende da sola)
- Non devo combattere più con le persone e con le situazioni.
- Non devo convincere nessuno del fatto che quello in cui credo io sia vero.
- Soprattutto: non devo vivere io in un certo modo che ritengo giusto razionalmente, ma posso vivere l’attimo presente, quel famoso hic et nunc. Essere qui ed ora, senza farsi influenzare dal passato, né dal futuro, quindi - aggiungo io - senza giudicare - in base a mie strutture mentali necessariamente legate al passato, perché il giudizio nasce dal presupposto culturale di sapere cosa sia giusto e cosa non lo sia.
- Non penso a cosa mangerò stasera a cena, ma neanche a dove andrò in vacanza questa estate.
- Ma soprattuto: NON MI PREOCCUPO PER IL FUTURO. Sì, questa è stata una delle grandi conquiste del mio lavoro di scavo nel silenzio dell’attimo presente: all’improvviso, dopo mesi e mesi di pratica contemplativa e meditativa (contemplazione cristiana Secondo Franz Jalics e meditazione Zazen, clicca per approfondire) intensa mi sono accorta che non avevo più paura… (ed ero in una situazione che nel passato avrei definito drammatica, tra l’altro senza un lavoro e neanche i soldi per fare la spesa alimentare). Semplicemente mi sentivo (e mi sento) al sicuro.
E sai qual è la cosa fantastica? Più meditavo, più mi sentivo al sicuro, più mi rilassavo e più
LA VITA SI OCCUPAVA DI ME IN MODO STRAORDINARIO, MIRACOLOSO
A questo punto non posso non citare la mia fede, e come essa sia diventata “concreta”. Dalla teoria del Padre (Dio) che si occupa di te alla concretezza di occasioni, oggetti e persone che hanno sempre più spesso incrociato la mia strada portandomi tutto quello di cui avevo bisogno.
Certo che dovremmo accordarci sulla definizione di “Dio”. Perché ad un certo punto qualcuno mi ha chiesto “e come fai ad escludere che si tratti di alieni?”. Ed io ho detto “certo, chi lo può escludere? Io vedo che c’è un sistema che si occupa di me, quando io Glielo permetto, io lo chiamo Dio, ma se sono gli alieni - pur rimanendoci un po’ male, lo ammetto - che problema c’è? Quello che vedo - e che mi fa sentire bene - è che si tratta di un sistema amorevole e intelligente, che porta alla luce la mia verità interiore, mette al centro la mia realizzazione personale, la mia felicità nel lungo periodo così come quella di chi mi circonda, quindi mi sento al sicuro”.
Il fatto è che questo sistema (Dio?) può “funzionare” solo se noi Glielo permettiamo. Il vecchio concetto del libero arbitrio… che la nostra mente controlla, proponendo tutte le sue soluzioni e preoccupazioni, un sistema di credenze limitanti e dannose che infatti producono disarmonia nella vita della maggior parte delle persone. Per questo è importante imparare a fare silenzio dentro, perché la mente non continui a produrre tutti i danni che ha prodotto fino ad oggi.
OCCUPATI DEL SILENZIO
E IL SILENZIO SI OCCUPERÀ DELLA TUA VITA
Cosa intendo per “occupati del silenzio”?
Intendo raggiungere uno stato interiore nel quale c’è una pace profonda.
Un luogo nel quale il passato non ti crea più problemi, perché sei capace di lasciare andare quei pensieri legati a rabbia e/o rancore per situazioni ormai passate.
Un luogo dove sei capace di accettare completamente quello che sta accadendo adesso e che tu non puoi cambiare.
Ed è lo stesso luogo dal quale osservi delle situazioni che STA a te cambiare oggi: e per quelle trovi il coraggio e la forza di alzarti in piedi - senza sprecare neanche una parola per lamentarti, perché sai che questo ti ruberebbe quell’energia di cui hai bisogno per affrontare il cambiamento.
Il primo esercizio che ti ho proposto all’inizio di questa pagina (lo trovi qui se vuoi) è un ottimo esercizio, che con una pratica regolare, può aiutarti a trovare il silenzio interiore, ma se è tuo desiderio raggiungere questo stato di silenzio interiore, esprimi questo desiderio e vedrai che si apriranno le porte giuste per te. Se vuoi meditare con me clicca qui:
Questo per me è il silenzio:
far tacere la mente che recrimina, si lamenta e si preoccupa
perché dia spazio alla mente che propone, programma e agisce.
E lo fa spesso senza usare parole.
Mi ripeterò, non farci caso, lo faccio perché è la ripetizione che scava dentro di noi e fissa.
È la ripetizione che trasforma dei (nuovi?) concetti a noi estranei in concetti che lentamente diventano nostri e ovvi. È così che da noi è normale la monogamia e altrove lo è la poligamia. È per questo che in alcuni luoghi è normale mangiare il manzo e altrove è un sacrilegio.
E questo non vale soltanto per concetti teorici, ma anche per abitudini pratiche, per esempio è per questo che per te è normale andare in macchina, mentre per altri lo è andare con l’autobus o in bicicletta… (o viceversa).
È per questo che per alcuni è inconcepibile che un partner alzi la voce o dia dell’imbecille all’altro, mentre altri vivono in relazioni umilianti e/o svalutanti da sempre.
È per questo che alcuni fanno da sempre colazione al bar, pur dicendo di non avere soldi, mentre altri non l’hanno mai fatta, ritenendolo uno spreco, pur avendo un bel gruzzoletto da parte.
Normalità? Roba per chi ignora la realtà…
Il nostro cervello è fatto così: si abitua a qualsiasi cosa e la considera la norma.
Sappi che non esiste una norma, né una normalità, esistono solo delle credenze che creano la tua realtà. Se la realtà in cui abiti oggi ti piace (e non ti stai raccontando bugie, come ho fatto io con me stessa per 40 anni), restatene pure al calduccio della tua cosiddetta zona di comfort. Ma se c’è qualcosa che non ti piace della tua vita, sappi che è un tuo diritto alzarti e andarti a prendere quello che desideri
Dovrò specificare che io parlo di desideri del cuore. Se hai bisogno di due macchinoni e cinque ville con la piscina per essere felice, molto probabilmente si tratta di desideri del tuo ego e in tal caso probabilmente non sarà il silenzio interiore ad aiutarti, ma se il tuo desiderio è avere un lavoro che corrisponda ai tuoi talenti naturali, uno stato di salute che ti permetta di essere sereno, relazioni affettive appaganti (basate sul rispetto, sulla stima e l’amore reciproci) e la realizzazione di tutte quelle visioni interiori che nascono dal più profondo del tuo cuore, allora sì, molto probabilmente il silenzio ti metterà sulla strada giusta per raggiungerli e ti guiderà fino ad essi.
Dunque:
Occupati del silenzio.
E il silenzio si occuperà della tua vita.
Allora, dicevo, mi ripeterò: tutto quello che ci tiene lontani dalla realizzazione della vita che sogniamo è il chiacchierio inutile della nostra mente, tutto quello che ci crea problemi - prima interiori e poi esteriori - nasce dall’opposizione della nostra mente verso quello che è stato (1) e verso quello che è adesso (2), e verso quello che potrebbe accadere nel futuro…(3)
(1) e (2) Cioè noi nutriamo - con la nostra mente - pensieri di rabbia e/o rancore legati a vicende passate e/o presenti, inoltre ci lamentiamo di cose che non è in nostro potere cambiare: questo porta un’enorme perdita di energia, molto malessere e, col tempo, anche gravi malattie.
(2) Poi ci lamentiamo di cose che sta a noi cambiare oggi (lavoro, amicizie, etc.). Questo nostro lagnarci fa sì che noi consegniamo - senza averne consapevolezza - lo scettro del potere sulla nostra vita a terzi. In realtà basterebbe prendere decisioni diverse adesso (vincendo le nostre abitudini mentali, concrete e culturali) ed essere coerenti con esse, perché la nostra vita cambi verso il meglio nel giro di pochissimo tempo.
(3) E poi ci sono i “nostri” pensieri che nutrono scenari negativi per il futuro: la paura di come potrebbero andare (storte) le cose.
Imparare a fare silenzio dentro di te, imparare ad osservare la mente e le storielle che ci racconta senza crederle e senza identificarsi con essa: questo è l’inizio di un profondo processo di guarigione.
E il paradosso è che soltanto una profonda accettazione (interiore) può portare ai cambiamenti che tanto ci auguriamo. Il silenzio della mente e la percezione delle emozioni nel corpo: l'inizio della guarigione.
Impara a fare silenzio dentro di te
e la vita ti sorprenderà...
Ti ricordo l’esercizio per il silenzio interiore:
Un’altra definizione di SILENZIO INTERIORE?
E UN ACCENNO ALLE EMOZIONI…
Intendo con silenzio interiore quello stato (di grazia?) in cui vivi l’attimo presente per quello che è, non reagisci alle situazioni in base al tuo bagaglio emotivo e culturale, ma come se fossi nuovo su questo pianeta, senza preconcetti, senza giudizi, senza proiezioni e senza paure.
Quando ho ristudiato Hegel qualche anno fa, dopo aver fatto la mia esperienza di silenzio ed essermi quindi staccata da tutti quei pregiudizi ereditati dall’educazione e dalla socializzazione, ebbene ho trovato quella fase che lui definisce “ragione” (la terza nella fenomenologia dello spirito) coincidente con quella che io oggi chiamo silenzio interiore.
Non me ne vogliano i professori di filosofia, io parlo in base alla mia personale esperienza e in base a quello (poco forse) che capisco della filosofia altrui.
Il SILENZIO INTERIORE è la conquista di un essere umano adulto che ha imparato a pensare fuori dagli schemi appresi, fuori dai binari familiari, educativi, religiosi e sociali, al di là delle sue (personali e basate sulla sua storia) simpatie, dei suoi giudizi e pregiudizi, e che quindi non re-agisce più davanti alle cose che accadono, ma di volta in volta agisce: AGISCE e non RE-AGISCE.
La rabbia è una re-azione.
La paura è una re-azione.
Il giudizio è una re-azione.
Capisci?
Ogni volta che ti muovi, pensi, parli e fai in base a quello che hai già conosciuto è come se stessi vivendo nel passato, mentre l’unica cosa reale è l’attimo presente. È solo nell’attimo presente che TUTTO PUÒ CAMBIARE IMPROVVISAMENTE.
E lo scrivo, perché lo vedo accadere nella mia vita… non è letteratura, non è filosofia: è la mia realtà. E mi auguro diventi la realtà di tutti quelli che hanno desiderio di una NUOVA ESISTENZA: essa è possibile. E può (deve?) nascere nelle nostre menti, perché essa è già nei nostri cuori: è lì che giace sepolta sotto i cumuli di chiacchiere impeditive, dannose e limitanti della nostra mente.
È per questo che è importante imparare ad osservare la mente che chiacchiera e a non darle più retta. Essa ci vuole mettere paura, ma noi le diremo che non le crediamo più, permettendo allo stesso tempo alla paura di esserci, senza demonizzarla: SENTIRE LA PAURA - E LE ALTRE EMOZIONI - NEL CORPO. Se le reprimessimo, faremmo il gioco della mente chiacchierona, è lei che ci suggerisce di avere paura delle emozioni, mentre esse non sono altro che parti di noi che vogliono essere accolte, nominate, accettate, interrogate e così integrate: “cara emozione, quale messaggio hai per me? Cosa stai cercando di dirmi? Come mai mi fai così male? C’è qualcosa che posso fare per migliorare la mia esistenza e che ancora non faccio? Grazie per l’allarme che suoni dentro di me, ti ascolto…, etc.”
E quando avremo ascoltato e percepito le emozioni nel corpo, quando avremo capito il loro messaggio è semplice e che è solo il fatto di averle represse per un tempo infinito che ha fatto sì che esse a volte urlino e ci facciano male per farsi sentire, ebbene basterà solo ancora osservare con distacco le chiacchiere della mente logorroica, e voilà, arriverà la pace, arriveranno attimi di profonda comprensione, e con la comprensione una libertà sempre più sorprendente, sempre più grande.
Per me oggi questo andare a braccetto di serenità, comprensioni su comprensioni (verità?) e libertà sono l’espressione di quella “cosa” che a me - credente - piace chiamare Dio.
Non il Dio di una qualche religione, ma quello che altri forse chiamano Universo, Spirito, etc.? Certo per me, legata alla tradizione cristiana, è anche quel Padre che ha mandato un figlio che ha salvato la mia vita. Se non ami la religione, di quest’uomo ti può bastare la filosofia per salvarti - letteralmente - la vita. Se vuoi sapere come è stato per me (che non vuol dire che debba essere così anche per te, ma forse sei curioso…) te lo racconto qui
E i 7 pilastri della felicità?
Ebbene io sono arrivata a stabilire l’importanza di questi sette pilastri, attraverso uno stato di silenzio interiore.
Per questo dico sempre che avrebbe più senso secondo me cercare il silenzio, affinché ognuno faccia la propria esperienza e raggiunga le proprie conclusioni su cosa sia necessario per essere felici. Per me la felicità è una strada, che passa attraverso un profondo senso di pace e porta alla piena realizzazione di tutti quei talenti che sono racchiusi in noi.
Dunque io ho raggiunto le mie - relative - conclusioni.
Se vuoi leggerle, prima di fare la tua esperienza di silenzio, ecco, ti svelo quelli che sono secondo me oggi questi pilastri:
Se ti addentri nel significato di questi sette passi sulla strada verso una profonda realizzazione, ti accorgerai che potrebbero essere racchiusi nell'amore incondizionato per ciò che È. E lo si raggiunge esercitandosi a mettere a tacere le mille voci che abbiamo dentro, quelle che giudicano, si lamentano, predicano e si preoccupano… Insomma dovresti imparare a fare silenzio dentro: una cosa elementare che richiede solo buona volontà e un pochino di esercizio: senza disciplina non c'è felicità, se non passeggera e superficiale...
Qui la prima puntata del percorso:
E se vuoi una spiegazione superficiale del perché le cose nella tua vita non vanno come vorresti, qui la terza puntata del percorso:
Se vuoi vedere un video (12 minuti) in cui parlo un po’ della mia esperienza di silenzio interiore e delle tappe che mi hanno portato alle mie conclusioni, puoi cliccare qui: