Dio, la fede ed io
Ho voluto creare uno spazio apposito nella pagina dedicato al mio dialogo con te, persona che immagino simile alla Chiara di una decina di anni fa, cioè a quella me stessa legata alla tradizione cristiana cattolica, quella tradizione che mi ha fatto tanti importanti regali, tra i più importanti quello della contemplazione cristiana secondo Franz Jalics, uno “strumento” (limitante e povero definirlo così, lo so) che mi ha donato una nuova vita, quella rinascita che Gesù ha promesso a tutti quelli che danno la propria vita per gli altri.
Come nella pagina in cui parlo di silenzio interiore, vorrei che tu non leggessi oltre, vorrei che tu facessi un’esperienza prima di andare avanti, perché - sai? - io ho letto tutto il leggibile su Dio nei primi quaranta anni della mia vita, ma non Lo avevo mai conosciuto.
L’ho conosciuto quando ho smesso di leggere ed ho imparato a fare silenzio, seduta su un cuscino da meditazione.
Sai cosa ho detto allora, dopo aver imparato a fare silenzio dentro di me?
Ho detto che è stato come se avessi sentito la voce di Dio che diceva “Chiara, sono 40 anni che mi parli, adesso ascoltami”.
E tu?
Lo ascolti Dio?
O anche tu parli, parli, parli e parli, come facevo io? Hai anche tu la testa piena di tanti meravigliosi concetti? Credi anche tu di sapere quello che è giusto e quello che non lo è?
È molto bello parlare con Dio, onestamente parlavo molto più spesso con Gesù, un “uomo in carne ed ossa” è una figura più semplice con la quale relazionarsi. Anche se “relazione”non è la parola giusta. In una relazione si dialoga, mentre io tenevo logorroici monologhi. Anche tu?
Come si fa ad ascoltare?
Bisogna fare silenzio.
Un silenzio profondo.
Un silenzio interiore.
Puoi volentieri dare uno sguardo a quella parte della mia pagina "IL SILENZIO INTERIORE E I 7 PILASTRI DELLA FELICITÀ" o fare un piccolo esercizio qui.
Siedi con la colonna vertebrale diritta.
Chiudi gli occhi.
Porta tutta la tua attenzione al punto in cui l’aria entra ed esce dalle tue narici.
Rimani lì con l’attenzione.
Senti l’aria che entra.
Senti la pausa, aria ferma? Concentrati sulla percezione di questo attimo.
Senti l’aria che esce.
Senti la pausa, aria fuori? Concentrati sulla percezione di questo attimo.
Osserva se noti differenze fra la qualità dell’aria che entra e quella che esce.
Porta tutta la tua attenzione sulla percezione di quel punto.
Puoi anche contare:
1 aria che entra
2 aria ferma in entrata
3 aria che esce
4 aria “ferma” fuori
Se ti accorgi che i pensieri ti portano via prima che tu sia arrivato a contare fino a 4, ricomincia da capo.
Se ti accorgi che ci sono troppi pensieri, porta tutta la tua attenzione e percezione su quell’unico fase della respirazione che è adesso:
1 aria che entra
1 aria ferma in entrata
1 aria che esce
1 aria “ferma” fuori
Quel numero uno “1” è tutto quello che hai. Esiste solo quell’attimo. Il primo e ultimo momento della tua vita, della tua esperienza di essere umano di osservare te stesso e il tuo respiro. Sii presente davanti a questa occasione senza precedenti.
Se ti va di fare un’esperienza un po’ più lunga ti propongo di cominciare gli esercizi di contemplazione. Io ho fatto quelli secondo Franz Jalics. Puoi farli anche tu cercando un posto dove farli nelle tue vicinanze. Oppure puoi provare attraverso la mia guida, con dei video su YouTube.
Ti metto qui la prima puntata di due diverse versioni: quella in cui fai tutti gli esercizi in sei giorni e quella in cui li fai in sei settimane. Per es.puoi cominciare con i sei giorni e poi ricominciare e farli per sei settimane. Considera che ho fatto queste riprese durante la pandemia ed in modo completamente improvvisato: non avere troppe aspettative sulla qualità tecnica.
1° puntata esercizi spirituali in sei giorni:
https://www.youtube.com/watch?v=vuHPayKQjlI&t=483s
1° puntata es. spirituali in sei settimane:
https://www.youtube.com/watch?v=btHATmyq2jE&t=147s
Ti consiglio di leggere oltre solo dopo aver fatto almeno un piccolo esercizio di silenzio interiore.
Oggi credo che nessuna parola scritta possa cambiare profondamente e radicalmente la vita di qualcuno, e che soltanto un’esperienza rende possibile un cambiamento reale e duraturo.
Ti stai domandando se il Vangelo non può cambiare la vita delle persone? Nella mia esperienza no se ti fermi ad una interpretazione razionale, logica, intellettuale. Crea forse delle basi morali, ma il più delle volte costruisce una grande distanza da Dio se la persona si ferma a quel tipo di comprensione e al proprio monologo con Dio, senza arrivare al dialogo, all’ascolto profondo.
â€‹È la mia relazione con Cristo che cambia la mia vita,
non quello che io so su di Lui e
sulle cose meravigliose che ha detto.
Bisogna imparare a chiudere gli occhi e a sentire la guida di Cristo come una mano perenne che tiene la nostra.
Se senti il bisogno di controllare la tua vita, di sapere cosa mangerai domani, hai perso il contatto con quella mano. Essa c’è sempre, impara a fidarti di lei.
Non ho avuto una vita “sicura”, ma meravigliosa sì.
Più impari a fidarti, e più arrivano quei miracoli che ti mostrano che sei guidato.
Con il tempo arricchirò questa pagina delle mie esperienze, ma credo sia molto più importante che tu faccia le tue…
Leggiamo così tanto, conosciamo biografie e verità altrui, fossero pure quelle dei Santi, ma se non sappiamo chi siamo noi, a cosa ci servono?
​
Fidati della mano di Dio,
essa è vera come il cibo che hai mangiato oggi.
FIDATI
LA SCIENZA, I SUOI LIMITI, I MIRACOLI E SANT AGOSTINO
Io credo che la scienza sia, in un certo senso, bloccata da se stessa, ovvero dal "metodo scientifico"... Mi piace Feyerabend e credo che se la scienza non impara a considerare l’essere umano come qualcosa di unico e irripetibile, così come unici e irripetibili sono l’attimo e la realtà che la scienza vorrebbe uguali a se stessi (quando per es. dice “a parità di condizioni, etc.”), influenzati da coordinate micro e macro cosmiche uniche, non si possa passare ad una nuova scienza che sarebbe molto più vicina al vero di quanto lo è quella attuale.
Dunque l’essere umano con il suo bagaglio interiore (psichico, emotivo, spirituale, energetico, sottile in generale e di conseguenza fisico), l’attimo in cui quell’essere umano viene considerato in base al suo mondo interiore (microcosmo sottile) e questo in interazione con le coordinate esteriori (macrocosmo sottile).
Contemplate queste tre basi, la scienza potrebbe spiegare molto di più, senza ancora poter arrivare a spiegare tutto, a meno che tutti gli “scienziati” non abbiano fatto un loro percorso di disincrostazione dal vecchio sapere, dall’attaccamento a determinati concetti, non importa quali, perché penso che la verità (forse dovrei dire “la realtà”) sia al di là di tutto quello che riteniamo vero e immutabile adesso. E quello che ho visto nella mia vita è che questa realtà ci si svela a mano a mano che eliminiamo uno strato del nostro ego (ferite infantili, paure, blocchi, credenze, attaccamenti, etc.), quindi immagino una scienza "nuova" che se vuole essere "esatta" o avvicinarsi all"'esattezza", non può prescindere da un cammino di crescita personale (di lavoro con le ombre o percorso di fede o chiamatelo come volete) che porti ad uno stato di silenzio interiore (la fase della "ragione" dalla fenomenolgia dello spirito di Hegel?) del ricercatore (scienziato?).
In questo contesto è facile comprendere Sant Agostino quando diceva che i miracoli non vanno contro natura, ma contro quelle leggi della natura che ancora non abbiamo compreso...
Sant Agostino aveva probabilmente fatto egli stesso un’esperienza di silenzio interiore, cioè di allontanamento (disidentificazione) da un vecchio sapere ritenuto vero, per approdare a qualcosa di molto più grande e chiaro e che tutto spiega di quello che prima appariva inspiegabile.
In breve e a voler trarre vantaggio pratico da quanto detto:
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il SILENZIO INTERIORE (la capacità di non dipendere da nessuna convinzione, da nessuna idea, da nessun sapere pre-stabilito e di essere quindi presenti al 100% nel qui ed ora: l’hic et nunc quale unica coordinata “valida” a stabilire quello che è vero per noi in questo momento) PUÒ PORTARE I COSIDDETTI MIRACOLI nella nostra vita, cose grandiose, ma che a ben guardare (una volta ricevute) erano COSE NATURALI, visti i “cambiamenti” che avevamo apportato nella nostra vita e nel nostro approccio ad essa (cambiamenti prima di tutto mentali).
Insomma la responsabilità di vederli questi miracoli è nostra.
D'altra parte diceva Gesù a quelli che miracolava: la tua fede ti ha salvato...